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Per casa si intende una qualunque struttura utilizzata dall'uomo per ripararsi dagli agenti atmosferici. Essa generalmente ospita uno o più nuclei famigliari e talvolta anche animali.

Può anche corrispondere al concetto di unità abitativa coniato dal Movimento moderno in architettura ed è stato nella storia il primo elemento fabbricato, che è andato ad incidere sull'ambiente naturale realizzando l'ambiente costruito proprio dei paesi e delle città.

Nel IV secolo a.C. iniziano a diffondersi tipi di case che rispecchiano la formazione della famiglia come nucleo autonomo. Sin dal Medioevo troviamo tipi di abitazione monolocale. Di solito sono addossate una all'altra a formare quasi degli isolati. Prende così piede un modello abitativo esteso: dalla Mesopotamia all'Egitto, da Creta all'antica Grecia.

Adeguandosi all'ambiente sociale e climatico, l'abitazione mesopotamica si sviluppa intorno ad un cortile interno scoperto, dal quale si accede ai vari ambienti. Le zone sono ben distinte: al piano terreno si svolge la vita degli uomini, al piano superiore risiedono le donne e i servi.

L'antico Egitto invece trovò soluzioni di collettive in case comuni a terrazze, costruite con mattoni grezzi e paglia, costituenti talora veri e propri quartieri.

Per quanto riguarda la casa romana, derivata dalla casa greca e da quella etrusca, era distribuita intorno ad uno o due cortili (atrium e peristilium) e si divideva in una parte adibita alla vita privata e in una parte aperta alla vita pubblica.

Con il Medioevo torna ad affermarsi l'abitazione unifamiliare, connessa anche con le attività produttive (magazzini, botteghe) situate generalmente al piano terra.

Ad esigenze di difesa e di vita comunitaria rispondevano anche i monasteri comparsi nell'alto Medioevo, fondati sulla compresenza delle abitazioni (le celle dei monaci organizzate intorno al chiostro), della vita sociale e della preghiera(refettorio e chiesa) e dell'attività lavorativa, soprattutto agricola. Intorno ad essi ben presto si formarono piccole comunità di abitanti.

 

 

 

Nel Rinascimento, seguendo le tendenze culturali dell'epoca, la casa si configurò su modello di quella romana, con cortili di forma rettangolare o quadrata; la residenza comune si mantenne di tipo unifamiliare e mista a funzioni commerciali.

Immutata restò la situazione nell'età barocca finché, a partire dalla fine del XVIII secolo, cominciarono a sorgere case plurifamiliari su più piani, in risposta alle richieste di una popolazione urbana in continuo aumento. Con la rivoluzione industriale, poi, si pose frontalmente il problema dell'abitabilità per le grandi masse affluite nella città.

La prima città dove, nel corso dell'Ottocento, si afferma un tipo di abitazione proletaria è Londra, con i cosiddetti slums: tristemente famosi per le scarse condizioni igieniche essi altro non erano che modesti monolocali su un unico piano che servivano in pratica da dormitori.

Il problema abitativo nella società di massa fu affrontato nei primi decenni del Novecento dagli architetti del Modernismo. Grazie alcemento armato è possibile costruire abitazioni che variano in rapporto alla necessità. Da qui anche l'interesse per la prefabbricazione, che consente la variabilità degli spazi ma anche l'allestimento veloce. Essa risolve anche, in parte, la richiesta di case a prezzo economico ma spesso si trova a fare i conti con un'innegabile incompatibilità ambientale con ecosistemi, paesaggi.

 

 

 

Spazi interni e aggregazioni:

Le moderne case sono dotate di più spazi interni adibiti a specifiche funzioni. Tra i principali:

l'ingresso è la stanza in cui si apre la porta di entrata;

il salotto o soggiorno è la stanza accogliente e di dimensioni relativamente ampie in cui si sta abitualmente nel tempo libero;

la cucina è la stanza adibita alla preparazione a alla cottura dei cibi. È dettacucina abitabile qualora è abbastanza grande da poter consumare in lei i pasti (altrimenti vi è la sala da pranzo). In Italia la cucina molto spesso è utilizzata alla stregua del salotto diventando la stanza principale in cui si soggiorna;

la sala da pranzo stanza destinata al consumo dei cibi;

il disimpegno o corridoio di servizio è il locale della casa che consente l'accesso ad altri locali della casa;

il bagno è la stanza destinata all'igiene personale ed è dotata dei necessari apparecchi igienici. Spesso per questioni di economicità e spazio il bagno ricopre anche il ruolo della lavanderia, dotandosi degli apparecchi necessari al lavaggio dei capi di vestiario;

la lavanderia è la stanza adibita al lavaggio e trattamento dei capi di vestiario;

la camera da letto è la stanza destinata al riposo e al recupero notturno e può essere "matrimoniale" se adibiti a letto matrimoniale, "doppia" se adibiti a due letti singoli o "singola" se adibita a un solo letto singolo. Si chiama "camera degli ospiti" se adibiti esclusivamente al pernottamento degli ospiti;

il balcone, la terrazza o la loggia negli appartamenti sono tesi a sopperire all'assenza di un giardino.

La casa non è solo il luogo fisico costruito e abitato dagli uomini. Essa è anche una rappresentazione simbolica spesso utilizzata in psicologia. Infatti, ad un livello psicologico profondo, la casa va a costituirsi come le fondamenta stesse della vita psichica di un individuo, per cui "essere a casa" equivale a "essere integri a livello psicologico". Questo utilizzo metaforico della "casa" è stato impiegato da Renos K. Papadopoulos per l'analisi e il trattamento dei rifugiati, i quali si trovano a essere tutti indistintamente accomunati, più che da un trauma, dall'abbandono doloroso della propria casa e dal tentativo di recuperarla. Secondo le parole di Papadopoulos, «la casa non è soltanto un luogo, ma anche il fascio di sentimenti associato a esso.»